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«Hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato...pace�

Domenica 5 Maggio 2002

L'Arena di Verona

Il nuovo spettacolo pacifista di Grazia De Marchi. Un messaggio forte: la vita vale di pi�. Canzoni e poesie interagiscono tra loro. Al termine del recital di Grazia De Marchi al Teatro Virtus di Sommacampagna, il sindaco del paese, Gianluca Mengalli, presente tra il pubblico, � salito sul palcoscenico ringraziando la cantante e i suoi musicisti per aver recuperato e riproposto temi e canzoni che da parecchio tempo non si sentivano pi�. Parole sincere ed estemporanee, quelle del sindaco Mengalli, che ci hanno fatto pensare. Perch� � strano pensare che il pacifismo e le canzoni contro la guerra sembrino quasi elementi obsoleti, estranei alla societ� di oggi, quasi fossero oggetti da modernariato anni '60.

Al Teatro Virtus, nell'ambito della rassegna «Riflessi di pace� organizzata dal Comitato per l'Educazione alla Mondialit�, Grazia De Marchi ha portato infatti il suo nuovo recital intitolato «Hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato...pace�, accompagnata da Giannantonio Mutto al pianoforte, Massimo Rubulotta alle percussioni (e alla seconda voce in un paio d'occasioni) e dall'attore Andrea Di Clemente, del Teatro Estravagario, che all'ultimo momento ha sostituito l'indisponibile collega Tiziano Gelmetti. Diversamente dagli altri recital ascoltati da Grazia negli ultimi anni (da quello su Brel a «Lasciatemi vivere� sulle canzoni di Ongaro, a quelli dedicati alla tradizione folk veronese), «Hanno fatto un deserto...� punta molto sull'interazione tra brani cantati e brani recitati e, al di l� della valenza tecnico-artistica, vuole evidentemente privilegiare un messaggio chiaro, forte, tale da non poter essere frainteso: la vita di ogni individuo � sempre la cosa pi� importante, la guerra � l'antitesi della vita, di ci� che essa pu� offrire di bello.

Ascoltandola cantare (in coppia con Rubulotta) un classico della Prima guerra mondiale come «Gorizia�, abbiamo pensato che la De Marchi, cos� innamorata della vita nella sua generosa pienezza, possiede le corde giuste per un recital di questo tipo, per dargli forza e drammaticit�, sostenendosi su un retroterra musicale accurato ma abbastanza scarno. Il pianismo di Giannantonio Mutto � come sempre colto e sensibile, ma � proprio il connubio, senza soluzione di continuit�, tra cantato e recitato a dare le pi� forti emozioni. � accaduto per esempio nella sequenza tra «Il disertore� di Boris Vian e il famoso discorso di Martin Luther King del 1963, «Ho un sogno�, sottolineato dalle note blues di Mutto; e ancora nell'accoppiata di «Poveri noi plagiati dal potere� (una riflessione di don Giulio Battistella) con «La ballata dell'eroe� di De Andr�, che Grazia ha eseguito con insolita, voluta mancanza di drammaticit�, come se la vicenda del soldato morto in battaglia fosse gi� stata raccontata troppe volte. Ci ha emozionato anche «La marcia della pace� di Franco Fortini e Fausto Amodei (riproposta come bis), che � appunto un inno alla vita e all'amore prima ancora che una canzone contro la guerra e i nazionalismi; e ci ha emozionato la lettura di «Recluta volonterosa�, un brano del cantautore americano Tom Paxton, legato alla «Ballata di Maria Sanders� di Brecht-Eisler. Un apprezzamento va anche a Di Clemente, che se l'� cavata egregiamente nel rimpiazzare in extremis Tiziano Gelmetti.

Beppe Montresor � Copyright 2001,

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